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    MGFF 22: Riassunto della seconda giornata del festival

    Seconda serata all’insegna della solidarietà e della socialità. Sono stati questi i due punti cardini che hanno caratterizzato l’appuntamento numero due della XIX edizione del Magna Grecia Film Festival.

    Anche quest’anno, ma in modo più incisivo, ha voluto mischiare più forme d’arte con l’obiettivo principe di valorizzare i giovani talenti alternando la moderna industria del cinema, alla grande musica fino a toccare l’editoria e la storia dell’Egitto faraonico.

    Evento speciale: Zahi Hawass per Tutankhamon

    Infatti, in occasione del centenario dalla scoperta della tomba di Tutankhamon, domani e per la terza volta, sarà ospite del festival l’egittologo più famoso al mondo, Zahi Hawass, che presenzierà il docu-film di Ernesto Pagano “Tutankhamon. L’ultima mostra” al Supercinema di Catanzaro alle ore 19:00.

    L’opera cinematografica che vuole accompagnare lo spettatore alla scoperta dell’antico Egitto, attraverso foto, filmati e documenti, sottolineati dalla voce narrante di Manuel Agnelli.

    Manuel Agnelli sul palco dell’Area Porto

    Manuel Agnelli e Carolina Di Domenico

    Cantautore, produttore discografico e leader degli “Afterhours”, Agnelli ha voluto raccontare al pubblico del Magna Grecia Film Festival la sua evoluzione artistica nel talk curato da Carolina Di Domenico. Alla base di tutto, dichiara Agnelli:

    “La musica non produce una rivoluzione, bensì la alimenta”

    rovesciandone gli intenti poiché quasi mai gli effetti sono quelli che vogliamo.

    Manuel Agnelli durante il talk con Carolina Di Domenico

    Parole che fanno riflettere quelle di Manuel Agnelli, che al pubblico del Festival ha anche ricordato una grande ed amara verità. Quella della partecipazione non più fisica della quotidianità. L’uso improprio di internet che “ci ha reso innocui”.

    “Siamo poco influenti perché poco fisicamente presente”

    ha detto, auspicando nel liberarsi dall’autoghettizzazione per un ritorno a quella semplicità perduta e che reclama anche nel suo ultimo singolo in uscita il prossimo 30 settembre “Ama il prossimo tuo come te stesso”.

    “Possiamo ancora e sempre essere mille cose diverse – ha aggiunto e concluso – mille cose nuove, indipendentemente da quello che siamo stati fino ad ora”.

    A Manuel Agnelli, per il suo impegno, il suo lavoro e la sua storia, il Magna Grecia Film Festival e il suo fondatore Gianvito Casadonte, hanno voluto donare la colonna d’oro del maestro Michele Affidato.

    Gianvito Casadonte, Manuel Agnelli e Zahi Hawass

    Sul palco dell’Arena ancora tanti ospiti

    Dal presidente della commissione per la valutazione delle opere prime e seconde italiane in concorso, Pietro Marcello, a Maria Sole Tognazzi, componente di giuria e figlia del grande Ugo Tognazzi al quale è dedicata l’edizione XIX del MGFF.

    Maria Sole Tognazzi e Pietro Marcello

    Dall’attrice Aurora Giovinazzo, all’autrice Silvana Costa; dallo sceneggiatore Nicola Guaglione all’attore e scrittore Marco Bonini, autore del libro “L’arte dell’esperienza” attraverso il quale opera una

    “riflessione sulla funzione pubblica dell’attore e sull’importanza della rappresentazione dell’esperienza umana per tenere sempre in mente chi si è e dove si va”

    A Bonini l’omaggio del Festival della Vela del successo consegnata da Tommaso Megna.

    Una giornata ricca di eventi e dibattiti, dicevamo, scandita dagli appuntamenti mattutini con il consueto incontro con la stampa tenuto dal critico cinematografico Antonio Capellupo e che ha visto protagonisti alcuni degli interpreti delle opere in concorso, e proseguita nel pomeriggio con la prima delle nove masterclass in programma.

    Masterclass con Marco Leonardi

    Ad aprirne la lunga serie, l’attore di origini calabresi che ha portato lustro in tutto il mondo, Marco Leonardi sulla scena sin dall’età di 4 anni quando esordì con “La sposa era bellissima”.

    Marco Leonardi durante la Masterclass

    Leonardi ha oggi all’attivo numerosissimi film e vanta direzioni con registi del calibro di Pál Gábor, Giuseppe Tornatore, Pupi Avati, Alfonso Arau, Nanni Loy, Marco Risi, Abel Ferrara.

    Decine e decine di film che hanno forgiato l’essere di un ragazzino vivace e curioso ma anche fortemente sicuro di se. La giusta sfrontatezza anche, se vogliamo, che lo portarono nel 2007 a “sfidare” Marco Risi sul suo ruolo di Maradona ne “La mano de Dios”.

    “Maradona posso essere solo io”

    disse l’attore al regista e così fu. Un personaggio che lo stesso attore si è ricamato su se stesso “non imitandolo, bensì dando del suo”.

    Sicuramente alla base di tutto c’è la sua grande determinazione e un duro lavoro. Quello che lo stesso attore ha dichiarato di fare su se stesso e su ogni singolo personaggio che interpreta e che fa suo.

    “I miei personaggi mi piacciono tutti – ha affermato – ma soprattutto, mi piace rischiare e sperimentare”.

    E che non sia stata proprio questa la chiave del suo successo?

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